TAKE OFF - Perų

LIMA
VISITA DELLA CITTÀ
L’escursione ha inizio nella Piazza d’ Armi (Plaza de Armas) oggi Piazza Maggiore (Plaza Mayor), parte centrale della città progettata e costruita da Francisco Pizarro. Si visita la Cattedrale, fondata lo stesso 18 Gennaio, che, nonostante le varie modificazioni subite a seguito dei terremoti del 1609 e 1746, conserva ancora la sua imponenza primitiva. Fanno parte della Piazza Maggiore l’antico Palazzo del Governo (pure ricostruito tre volte a causa dei terremoti e incendi, il Palazzo Arcivescovile che, assieme alla Cattedrale, forma un insieme barocco ed il Palazzo Comunale abbellito da stupendi balconi di legno intagliato. Dalla Piazza Maggiore si va al Convento di San Francesco, l’insieme architettonico più importante e bello della città. La costruzione ebbe inizio del 1542. Comprende il chiostro, le Catacombe, il Museo di Arte Religiosa. Quando si effettua la visita a Lima coloniale, per ragioni di tempo, si sostituirá la visita al Convento di San Francesco con la visita al Convento di Santo Domingo. Passando da Piazza San Martìn si prosegue per il Paseo de la Republica con il Palazzo di Giustizia (Tribunale) giungendo a Plaza Grau, dedicata all’eroe della Guerra del Pacifico, Don Miguel Grau;

 

MUSEO ARCHEOLOGICO
È il principale museo del paese, fu fondato da Julio C. Tello. nel 1945 e si trova nella Piazza Bolivar. Le sue vetrine esibiscono 85.000 reperti, fra ceramiche, tele e pietre, costituendo così la più importante raccolta del Perù. Entrando a sinistra si esibiscono, nelle vetrine, modelli di case e strumenti di lavoro usati dai primi abitanti della regione (22.000 – 10.000 A.C.) Paijan, Ancon, Toquepala, Junin e Ayacucho. Continuando il percorso, nella sala del "Formativo Peruviano" si trova la Estela Raimondi, pietra incisa con motivi Chavìn, scoperta dall’omonimo savio in uno dei suoi tanti viaggi. In questa sala troviamo anche manifestazioni dell’arte pre-ceramica di Kotosh, come le famose “mani incrociate” braccia fatte di terra, trovate in un recinto cerimoniale e con una anticihitá di 1800 aC. Sono anche notevoli i tessuti Paracas in perfetto stato di conservazione e colore nonostante i secoli trascorsi. Seguendo la cronologia della storia, si ammirano i monoliti della cultura Pucarà, le ceramiche della cultura Nasca, la sala della cultura Moche, con ceramiche rappresentando il loro sistema di vita.Infine, visitando le sale dedicate alle culture Tiahuanaco, Huari, Recuay e Chimù, si arriva all’ultima sala dedicata alla cultura Inca. Sono esibite reliquie dell’epoca dell’emancipazione, del periodo coloniale e del principio della Repubblica.

 

SORVOLO DELLE LINEE DI NASCA
Il luogo dove si trovano i famosi disegni e linee attribuiti ai Nasca, è un deserto pietroso a 20 km al nordest della città. É una zona arida, senza una collina. Su di una superficie di centinaia di chilometri, si trova una serie di linee (alcune lunghe piú di 8 km) che formano triangoli, trapezi, quadrilateri, spirali, fiori, figure d’uccelli, rettili, cetacei, scimmie e ragni. Il sistema di costruzione è semplicissimo. Il deserto ha una base di sabbia bianca grigiacea, coperta completamente da ghiaia scura di pochi centimetri di diametro prodotta dalla frammentazione di rocce grandi, durante milioni di anni, causata dalla differenza della temperatura fra il giorno e la notte, fortissima in questo luogo. Per tracciare una linea o disegnare una figura geometrica, basta togliere la ghiaia dal rispettivo spazio, lasciare pulito il pavimento e delimitare l’area con un piccolo bordo formato con le stesse pietrine tolte. Ciò che risulta difficile da capire è come risolsero i problemi del calcolo per tracciare complicate figure in scala tanto grande. I voli sulla Pampa di Nasca si realizzano in piccoli aerei d’ala alta con capienza da 3 a 5 passeggeri.

 

SORVOLO LOCALE
Se il tempo è favorevole il volo locale si può prendere dalle 7 del mattino fino alle 4:30 o 5 del pomeriggio. La vicinanza a Nasca permette l’osservazione di una maggior quantità di figure e linee

 

AREQUIPA
VISITA DELLA CITTÀ E DEL CONVENTO DI SANTA CATALINA

La visita inizia nei quartieri di San Lázaro, Yanahuara, Cayma e Mirador de Carmen Alto o Quebrada de Chilina,  dai quali si gode una stupenda vista panoramica della cittá, della campagna e dei vulcani circostanti. Da questo belvedere, attraversando un vecchio ponte, si scende fino al fiume Chili; si giunge quindi al centro storico della città, visitando il rione residenziale di Selva Alegre. Nel cuore di Arequipa si visiterà la Cattedrale, fondata nel 1656, la Plaza de Armas e la chiesa della Compagnia di Gesù.
Infine, formando parte del centro storico, sorge il convento di Santa Catalina, fondato nel 1580. Occupa un’area di circa 20.000 metri quadrati. Questo gioiello coloniale, di particolare architettura religiosa, é composto da chiese, claustri, piazze ed ambienti vari. Conserva intatto, nel tempo, l’aspetto di una cittadina coloniale del secolo XVI.

 

AREQUIPA- CANYON DEL COLCA - PUNO
– 2 giorni / 1 notte – Trasporto privato
Durante il percorso di 205 km, distanza che separa Arequipa da Chivay si ammirano con calma, molti luoghi di bellezza paesaggistica e tipica come la Pampa di Cañahua (95 km da Arequipa e a 3800 m.slm) dove abbondano le vigogne, alpaca e i lama, la Ventana (finestra) del Colca (143 km da Arequipa e 4100 m.slm); i petroglifi e grotte di Mollepunko (161 km da Arequipa e 4100 mslm), i paesi tipici di Sibayo (174 km da Arequipa e a 4110 mslm) e Tuti (184 km da Arequipa e a 3960 mslm) con chiese coloniali di valore incalcolabile, le rovine archeologiche dei Collahuas, abitanti del luogo prima della conquista degl’Incas, il paese di Coporaque (3628 mslm) e piú di 50 km di terrazze agricole costruite fra i secoli VI e VII. Si sosterà presso la riva del fiume Colca per degustare un pranzo al sacco. Al tramonto si giungerà a Chivay,  dove ci attende un confortevole hotel. 
Il secondo giorno, dopo una sosta nel belvedere di Cruz del Condor (41 km da Chivay), si visiteranno i paesi di Yaque e Maca,  dai quali si ha una magnifica panoramica del  vulcano Sabancaya, in permanente eruzione. :
Partenza per Puno, con sosta a El Chinito (per uso bagno), da dove si segue il bivio, completamente asfaltato, per Puno. Si passa dal Mirador Carlitos (belvedere di vulcani), Pillones e il suo bosco di pietre, il paese di Imata con vista al vulcano Urbinas, Lagunillas con il suo impressionante lago e vista del ghiacciaio Sillapaca, dove si sta per consumare il box lunch. Si segue finalmente al paese di Santa Lucia, Cabanillas, Juliaca, per giungere a Puno verso sera.
Il trasferimento da El Chinito a Puno dura circa 4 ore.

 

PUNO
ISOLE GALLEGGIANTI DEGLI UROS

Con imbarcazioni adeguate è molto facile raggiungere le isole galleggianti degli Uros (Tocanipa, Huaca Huancani e Santa Maria). Queste isole galleggianti, formate da strati di “totora” (giunco che cresce in abbondanza nel lago) sono abitate dai discendenti di un’antica razza chiamata Urus. Ad essere respinti dagli Aymaras, non ebbero altra alternativa, che abitare isolati dalle altre comunitá. Vivono in estrema povertá, si dedicano alla pesca, alla coltivazione di pochi vegetali e la raccolta della totora che usano come alimento, costruzione delle barche ed abitazioni. Sopravvivono vendendo piccoli oggetti che essi stessi fabbricano.

 

ISOLE DI TAQUILE
L’isola Taquile (3867 mslm), la cui visita può essere abbinata alle isole degli Uros, è l’isola più grande della parte peruviana ed e si trova al centro del lago. La sua bellezza e la fertilitá delle sue terre a terrazze, furono argomenti sufficienti perché il Re di Spagna, la proclamasse “Tenuta Coloniale”. 
Si trova a due ore di navigazione da Puno ed è abitata da una piccola comunità indigena che vive felice, protetta dal sole e dagli dei della montagna. Conservano tuttora le abitudini e usanze dei loro antenati. Dal porto, dove siamo ricevuti da un gruppo di abitanti con i loro vestiti tipici, si sale per un erto cammino fino al paese. Il posto possiede rovine inca che possono essere visitate prima del rientro a Puno.

 

CUSCO
VISITA DELLA CITTÀ E 4 ROVINE VICINE

Durante tre ore e mezzo, si visiteranno i luoghi storici più importanti della capitale imperiale: il Coricancha ("Qori" = oro; "Cancha" = recinto) il centro religioso più noto dell’impero. Su di esso gli spagnoli costruirono la Chiesa di Santo Domingo. Nel Coricancha erano venerati: il sole “inti”, la luna “quilla”, le stelle “collor", il tuono “illapa”, l’arcobaleno "c’uichi" e le mummie degli Incas.
La Cattedrale, costruzione iniziata nel 1559, è il tempio che possiede la maggior collezione di arte coloniale del Perù, la Piazza delle Armi, luogo dove venivano celebrate le maggiori feste religiose, il Hatunrumiyoc, famosa pietra di 12 angoli e d altri monumenti.

Una delle opere più colossali dell’architettura Inca è la Fortezza di Sacsayhuaman. I nativi, quando la guardano da lontano, credono di vedere una rassomiglianza con la testa d’un falco (huaman). Il termine "saijsai" significa “saziarsi”, stancarsi, che associato a huaman, vorrebbe dire “saziati falco”. Si trova a nord di Cusco, contigua al rione Colcapata a 3,570 m.s.l.m. Si visitano il settore religioso, quello militare, i baluardi, le tre porte principali, le fogne, i bagni dell’Inca, lo scivolo, l’anfiteatro e le Chincanas (condotti sotteranei). 

La parola Qenqo significa in lingua quechua “labirinto”, contorto, con tante spirali. Così si chiamano due gruppi archeologici contigui, costruiti su di un enorme affioramento di pietra calcare. Questo complesso si trova su di una collina a oriente di Cusco, sul cammino che conduceva a Antisuyo (uno dei quattro suyos).
In quei tempi si trattava senz’altro d’un santuario molto importante. Si narra, che ancora oggi, gli indigeni scendono dalle montagne per celebrare durante la notte i loro riti cerimoniali segreti, seguendo le vecchie tradizioni religiose del luogo. Sul lato orientale si trova, il così detto, anfiteatro a forma ellittica ed è possibile che la curva sia stata tracciata in relazione a concetti astronomici. Lo circonda un muro circolare di pietra lungo 55 metri con 19 nicchie in forma di sedile. Nel centro c’è un monolito alto 6 metri con lineamenti non definiti, probabilmente rovinato da distruttori di idolatrie. Nell’interno del complesso c’è una camera sotterranea, presumibilmente usata come sala di sacrifici. Il tetto, il suolo, le pareti,i tavoli,le dispense e gli altri ambienti sono tutti scolpiti in una sola gigantesca roccia.
Puca Pucara (fortezza rossa) fortezza strategicamente situata dalla quale si controllava la strada che portava all’Antisuyo. Questo gruppo archeologico si trova a  3,580 mslm e a 7 km di Cusco, sul lato destro della strada che va a Pisac. Ha recinti, piazze interne, bagni, acquedotti, osservatori ed un vecchio cammino facilmente riconoscibile.

“Tampu” significa alloggio collettivo, con tutto l’occorrente per albergare molta gente di passaggio, “Cach’ay” luogo di riposo.
La tradizione conosce Tambomachay come il “bagno della principessa” “Ñusta”. Due acquedotti forniscono acqua limpida durante tutto l’anno. Quest’acqua proviene da luoghi remoti, noti solamente ai costruttori ed hanno un volume costante. L’acqua dei due ruscelli si riunisce in un solo condotto che, pare sia stata una fontana liturgica. Il palazzo è appoggiato alla montagna e possiede tre corridoi e terrazze che equivalgono a tre piani.

 

PAESE DI ANDAHUAYLILLAS
Il bel paese di Andahuaylillas (3122 mslm) con grandi case, viali e frondosi alberi, è famoso per la sua chiesa costruita nel XVII  secolo. La favolosa decorazione in pan d’oro, gli affreschi che adornano le pareti le hanno conferito il nome di “Cappella Sistina d’ America”.

 

MACHU PICCHU
Nessun cronista spagnolo, nemmeno l’Inca Garcilaso de la Vega, parlano di questa centenaria città. Di essa non si seppe nulla neppure quando, incalzati dagli spagnoli, gl’Incas si rifugiarono nella regione di Vilcanota, vicina alla cittadella. Neppure il ricercatore e savio, Antonio Raimondi, la menziona nei suoi libri. Nel 1901 Enrique Palma, in compagnia di Agustin Lizarraga e Gabino Sanchez, arrivarono a Machu Picchu, per il cammino di San Miguel, superando incredibili difficoltà e pericoli per mancanza di strade e per l’erta salita. La scoperta scientifica fu fatta nel 1911, dal Dottor Hiram Bingham, durante il suo secondo viaggio al Perú, in uno dei suoi frequenti viaggi d’esplorazione al canyon del  Urubamba. Nel Luglio del 1911, accampò vicino a Madorpampa. Quí conobbe l’agricoltore Melchor Arteaga che gli disse, che poco lontano, esistevano grandi rovine. Il 24 Luglio, Bingham, assieme al contadino ed al sergente Carrasco, raggiunse la fortezza, rimanendo meravigliato dalla bellezza del panorama. Scoprirono che, nelle rovine, da 4 anni vivevano coltivando alcune terrazze agricole (andenes), due indigeni, Richarte e Alvarez. Questi seppero che, nel folto bosco, c’erano edifici molto interessanti.
Machu Picchu: " Machu" = vecchio; "Picchu" = punta o cima, che tradotto letteralmente vuol dire "cima o punta vecchia" é a 112,5 km al nord di Cusco. Si trova sulla sponda sinistra del fiume Urubamba a 3,000 mslm. Il viaggio in treno da Cusco dura circa 3:30 ore. Si attraversa la vasta Pampa de Anta, coronata dai ghiacciai  Veronica e Salkantay, si passa di fianco a Chinchero e Ollantaytambo. In alta stagione, quando l’affluenza di turisti è maggiore, il secondo turno abborderà l’autovagone per Machu Picchu, a Ollantaytambo.
Mentre la vegetazione che assume caratteristiche della selva amazzonica, conferisce al paesaggio un costante cambio ecologico. Il treno entra in una zona quasi desertica fino alla stazione di Puente Ruinas ai piedi della montagna. In alto, circondata da enormi muri di granito, si erge Machu Picchu, La Cittá perduta degli Incas. L’ultima parte del tragitto si fa in pulmino. Dopo avere percorso 8 km di serpeggiante strada asfaltata, si giunge alla porta d’ingresso delle rovine.  Mura di 5 metri d’altezza proteggono i vari settori del complesso del quale fanno parte il Wayna Picchu, il Tempio della Luna, il Intipunku , il Ponte Levatoio, la zona agricola e la Zona Urbana. In questa parte ci sono: il Tempio delle Tre Finestre, il Tempio Sacro o Tempio del Sole, la Tomba Reale o Mausoleo, l’Orologio Solare o Intihuatana e le prigioni. Il cimitero posto sopra le terrazze, è protetto dalla casa Ayacamayoc o "guardiano dei morti". Durante gli scavi sono stati trovati 135 cadaveri, 109 dei quali di sesso femminile. Questo complesso non ha sofferto maggior distruzione ed è abbastanza ben conservato nonostante gli anni, perché gli spagnoli ignoravano la sua esistenza.

 

MERCATO DI PISAQ E FORTEZZA DI OLLANTAYTAMBO
Dopo la visita al Mercato di Pisaq, si continua per la strada che corre parallela alla sponda destra del fiume Vilcanota-Urubamba, per giungere, dopo 75 Km da Cusco, al paese di Ollantaytambo (2846 mslm). Il suo nome deriva da Ollanta, nome del capitano generale dell’esercito del Antisuyo che si ribellò all’epoca dell’ Inca Pachacutec.
La fortezza di Ollantaytambo si trova al nord del paese omonimo, ai piedi di una collina. È uno dei più importanti esemplari dell’architettura militare degl’Incas. Il complesso consta di templi, palazzi, gallerie funerarie, mausolei, alloggi per i soldati, recinti religiosi, trincee, depositi per le armi e viveri. Sono notevoli le sue mura, gallerie, camere funerarie, il Gran Adoratorio Centrale, (costruzione religiosa formata da grandi monoliti), le terrazze d’ingresso, le terrazze agricole, le reliquie dell’antico popolo  e il Baño della Ñusta (Principessa). Per la sua posizione strategica, dominante gran parte della regione, è stata considerata fortezza o città fortificata.
Il cronista Cieza de León dice “In Ollaytantambo, gl’Incas ebbero il posto più sicuro del loro territorio sulle rocce. Bastava poca gente per difenderla da molti....”

 

ROVINE O MERCATO DI CHINCHERO, PAESE DI MARAS, ROVINE DI MORAY E SALINERAS
Durante la stagione delle piogge, questa escursione può essere modificata perchè la strada che conduce alle miniere di sale degl’Incas, non essendo asfaltata, a volte è impraticabile. Dopo la visita al “Paese dell’arcobaleno“o Chichero, si prosegue per la strada asfaltata fino al paese di Maras (3385 mslm) fondato dagli spagnoli. Le facciate delle case della strada principale conservano ancora la tipica architettura coloniale e scudi famigliari.
Si prosegue poi per l’anfiteatro di Moray, terrazze agricole usate degli Incas per sperimentare con le diverse specie di piante, che dopo seminavano in diversi posti dell’impero (Quest’ultimo luogo é di difficile accesso durante il periodo delle piogge – Da novembre a marzo). Percorrendo una strada non asfaltata, in 4 km, si giunge alle Miniera di sale degli Incas. Dalla montagna scaturisce una sorgente d’acqua tiepida con alta concentrazione di sale. Questa viene canalizzata dai contadini in migliaia di vasche o pozze (piú di 5,000); quí il liquido evapora lasciando una crosta che viene periodicamente estratta per essere trattata e commercializzata. Per circa un’ora si scenderà percorrendo un sentiero, che costeggia le pozze, arriva al fiume Urubamba.